Ottava meraviglia.

Si dice (spesso con inoria) di una persona o cosa eccezionalmente bella (o che pretende di esserlo). Che presenta aspetti così insoliti che fanno pensare a qualcosa di straordinario.

Gli antichi avevano dato il nome di "sette meraviglie" ad altrettanti monumenti (del mondo allora conosciuto) che sembrerebbero essere: Le piramidi d'Egitto; i giardini pensili di Babilonia; la statua di Zeus in oro e avorio a Olimpia; il tempio di Artemide a Efeso; il mausoleo di Alicarnasso; il faro di Alessandria; il colosso di Rodi.

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Padrone del vapore.

Anche usato con tono ironico, l'espresisone si riferisce a chi detiene il comando, il potere. Ci si riferiesce, più che altro, a persone che esercitano il loro potere in maniera molto rigida, totalitaria.

Nel linguaggio marinaresco, "il padrone del vapore" è, infatti, il comandante dell'imbarcazione

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Pagare il fio.

Accettare le conseguenze di un comportamento sbagliato. Scontare una punizione dovuta ad un male commesso.

Il "fio" era la rendita di un feudo, un tributo feudale che bisognava pagare.

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Partire in quarta.

Cominciare un qualcosa (lavoro, problema etc) con la massima determinazione ed energia. Andare via improvvisamente.

L'espressione deriva dalla supposizione che una macchina possa partire con la marcia più veloce (che in passato era la quarta).

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Parto della montagna.

Si riferisce a risultati modesti che derivano da grandi promesse o preparativi (vedi anche "Tanto fumo per poco arrosto" oppure "Tanto rumore per nulla").

Deriva da una favola di Fedro dove si narra che una montagna un giorno annunciò di essere incinta e di essere prossima al parto. Tutti si preoccuparono della devastazione che un simile atto avesse potuto provocare. Quando la paura passò, tutti vollero andare a vedere il "figlio" della montagna che risultò essere un piccolo topolino.

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Passare dalla padella alla brace.

Cambiare una situazione in una peggiore. Quando si cerca la soluzione ad un problema ma, in realtà, si genera un problema più grande.

L'espressione sembra derivare da un racconto dove un pesce cercò di fuggire dalla padella saltando nella brace (ed invitando i compagni a seguirlo) con un risultato evidente.

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Passare in cavalleria.

Si usa per descrivere situazione dove una cosa è stata promessa ma non mantenuta oppure che è stata prestata e non restituita.

L'espressione sembra provenire dal gergo militare per indicare chi disertava ovvero chi veniva trasferito presso l'arma della cavalleria (un tempo ritenuta più prestigiosa).

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Passare una notte in bianco.

Trascorrere la notte insonne, senza prendere sonno.

Nel medioevo, la sera precedente la cerimonia di investitura di cavaliere, la persona doveva passare la notte sveglio indossando un vestito bianco in segno di purezza.

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Per il rotto della cuffia.

Riuscire a cavarsela quasi per miracolo. Come riportato dall'accademia della crusca, una probabile spiegazione della locuzione per il rotto della cuffia è riportata nel Vocabolario della lingua italiana curato da N. Zingarelli (edizione 2002), sotto la terza accezione della voce cuffia, dove si legge:

«Nell'armatura antica, parte della cotta di maglia indossata sotto l'elmo o la cervelliera. Copricapo di cuoio o pelle imbottita indossato sotto la celata. Uscire per il rotto della cuffia (fig.) cavarsela alla meglio, a malapena (prob. perché nelle giostre medievali i colpi assestati sulla cuffia erano ritenuti validi).»

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Perdere la tramontana.

E' un sinonimo "Perdere la bussola, le staffe" ovvero perdere la pazienza (orientamento).

In passato, la stessa polare veniva anche chiamata “Stella Tramontana” che era il punto di orientamento per i navigatori.

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Pescare nel torbido

Ottenere dei vantagi approfittando (anche in modo non lecito) della confusione (spesso creata di proposito) 

E' probabile che l'espressione derivi da Aristofane che nella commedia "I Cavalieri" cita dei pescatori d'anguille che riescono a pescare di più quando le acque sono fangose.

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Piantar baracca e burattini.

Chiudere un'attività. Piantare in asso qualcosa o qualcuno. Lasciare improvvisamente un lavoro.

Per "baracca" si intende il teatrino dei burattini e, in senso figurato indica una società/organizzazione gestita male. Per "burattini" si intendono le persone poco serie.

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Piantare in asso.

Abbandonare qualcuno da un momento all'altro, senza preavviso. La locuzione potrebbe derivare dal gioco delle carte o dei dadi, nel significato di «fare il punto più basso (l'uno o asso)», oppure, per corruzione linguistica dall'originaria espressione "piantare in Nasso", affonderebbe le proprie radici nella mitologia greca: Nasso è l'isola delle Cicladi in cui Arianna venne abbandonata da Teseo. 

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Pietra dello scandalo.

Essere oggetto di clamore per azioni riprovevoli. Ciò che pone discordia.

Nell'antica Roma la "pietra dello scandalo" era una pietra posta vicina al Campidoglio. La pietra doveva essere occupata da coloro che venivano meno ai propri impegni materiali o a coloro che erano dichiarati falliti.

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Pietra di paragone.

L'espressione, in senso figurato, significa metro di giudizio, termine di confronto.

La pietra di paragone è infatti un particolare tipo di pietra usata per verificare la purezza dell'oro.

Curiosità: E ci sono anche delle curiosità da scoprire.

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Prendere due piccioni con una fava.

In senso figurato signifca ottenere dei vantaggi multipli attraverso una sola azione/lavoro.

Un tempo le fave venivano utilizzate nelle trappole per la caccia di colombi. Per cui il detto allude al fatto che con una sola esca si possano prendere due prede (da qui il vantaggio multiplo).

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Prendere in contropiede.

Prendere qualcuno alla sprovvista, senza che se lo aspetti. Nel calcio, il contropiede è il rovesciamento di fronte improvviso. La squadra che difende, con un'azione veloce ed improvvisa, contrattacca, mentre i giocatori della squadra avversaria sono quasi tutti in attacco.

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Prendere l'abito.

Prendere i voti, passare dallo stato laicale allo stato religioso, diventare sacerdote/monaco. Contrario al modo di dire "gettare l'abito"

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Prendersela, lottare con i mulini a vento.

L'espressione allude a chi coinvolge persone estranee all'argomento del contendere o ancora, prendersela con nemici inesistenti.

Deriva dalla famosa avventura di Don Chisciotte che si scagliò contro i mulini a vento, credendoli giganti.

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Questioni di lana caprina.

Discussioni su cose futili, prive di fondamento (sono sinonimi "discutere sul sesso degli angeli" o "sull'ombra dell'asino".

L'origine dell'espressione è ancora sconosciuta. Si pensa che per la prima volta fu usata da Orazio alludendo a persone che facevano perdere tempo parlando di questioni banali e stupide (come un tempo era ritenuta la lana della capra che non aveva nessun valore).

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